Come ti invio segnali dallo Spazio: Internet ovunque grazie a satellti in orbita


Internet può diventare accessibile a tutti? Il progetto, (quasi totalmente “in orbita”) con la sua capillarità della Diffusione, garantirà la copertura su vastissime aree del pianeta.


One Web, una lungimirante società della Virginia, ha iniziato a mandare in orbita i primi 6 satelliti che faranno parte della costellazione finale che, dallo spazio, garantirà sulla terra la copertura web.
I primi satelliti hanno intanto la funzione di pionieri e quindi saranno gli apripista e i tester prima di lanciare i successivi, fino ad arrivare quota 900. 
Il progetto di One Web, inaugurato nel 2015, prevede la costellazione che al completo conta di 650 satelliti: macchine che, lanciate nello spazio invieranno il segnale Internet diffondendolo in tutto il nostro pianeta, perfino nelle aree che al momento sono sprovviste dal segnale internet.
La costellazione dei satelliti per la diffusione di Internet dallo spazio non è certo un’idea nuova: già Elon Musk con il suo Space X aveva tentato l’impresa; e allo stesso modo, un primo prototipo che farà sognare i nerd più romantici, creato invece dalla compagnia Loon, prevedeva una l’ingegnosa soluzione della mongolfiera fatta volare su zone veramente ostiche.
 
Project Loon
Il ProjectLoon è infatti il pallone aerostatico che viaggia nella stratosfera, pensato per espandere la connettività nelle aree più remote o in condizioni di emergenza viaggiando con navigazione autonoma a 20km sopra la superficie terrestre.
 
Solitamente i problemi che le società che hanno tentato già l’impresa hanno rilevato, sono stati soprattutto economici e relativi ai costi di mantenimento del sistema. 
Anche il problema della portata si è presentato spesso; si notava infatti che la quantità di banda spesso non era sufficiente.
Si è dunque reso necessario incrementare capillarità e potenza del segnale. 
Infatti sono già presenti sistemi per trasmettere internet, ma presentano una scarsissima praticità e velocità soprattutto a causa di problemi dovuti a questioni tecniche delle macchine e alla lontananza dalla terra (che resta fissa con i suoi 36.000 km di distanza).
Quindi sia l’idea di One Web, che quella di Elon Musk è di piazzare satelliti che rientrino nell’orbita di 1200km, quindi molto più vicini alla terra, e utilizzare molti più elementi che, muovendosi, garantiscano copertura e capillarità del segnale.
È ciò che lo scorso anno aveva iniziato a fare Space X, il progetto che aveva inviato in orbita molti satelliti (7.518 per l’esattezza!) con lo scopo di creare la costellazione detta Starlink composta da circa 12.000 satelliti in orbita. La FCC (Federal Communications Commission) ne aveva già approvato il progetto, ma le tempistiche per il suo completamento però ancora non sono state definite.
Ma cosa ne pensa di questi progetti chi il cielo lo studia e vigila continuamente? La NASA ha stimato di dover rimuovere alla fine del loro ciclo vitale (che è di circa 5 anni) ben il 99% dei satelliti. L’operazione serve ad evitare che le orbite si incontrino e facciano schiantare i singoli elementi tra di loro.
La soluzione proposta invece dagli scienziati che hanno studiato i movimenti aerei è di ridurre pian piano l’orbita dei satelliti in modo che, cambiando atmosfera brucino e si autoeliminino.
Notizia pubblicata in data : 19 Marzo 2019


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