Allarme mondiale per la pirateria Informatica


L'Italia scende dfi una posizione nella classifica dei paesi con il più alto tasso di pirateria informatica. Il salto da terzo a quarto posto è avvenuto grazie al punto percentuale in meno di prodotti copiati illegalmente, che daol 2000 al 2001 è passato dal 46% al 45%.


Sono questi i dati del'ultimo rapporto annuale Irp commissionato dalla Business Software Alliance, l'associazione dei maggiori produttori di software.

Il panorama mondiale ed europeo, però, non permette certo di esultare, ammonisce la Bsa, che conduce quella che è ormai diventata una crociata contro hackers e affini. E contro un fenomeno che in questi anni ha compiuto un salto di qualità significativo, sia in termini di perfezione raggiunta nella contraffazione dei supporti, che di allargamento della distribuzione organizzata delle copie illegali. Una guerra che sta diventando senza frontiere, tanto da istigare, anche in maniera piuttosto diretta, alla più classica delle "soffiate" anonime e punitive.

Il dato italiano non appare significativo sopratutto perchè in controtendenza rispetto al resto del mondo, dove in un solo anno la pirateria informatica ha compiuto un balzo in avanti di 3 punti percentuali, passando dal 37% al 40%, con perdite economiche che si aggirano intorno agli 11 miliardi di euro.

Ad oscurare ulteriormente il quadro, il fatto che l'avanzamento in classifica dell'Italia sarebbe dovuto a un insieme di fattori e coicidenze. Innanzitutto, l'anno nero della Francia, per cui il 2001 ha registrato uhn aumento di software pirata dal 40% del totale al 46%, e della Germania, passata dal 28% al 34%. Inoltre, in Italia la vendita dei pc durante lo scorso anno è cresciuta del 9%, a fronte di un aumento del 13% delle applicazioni software: è questo che ha diminuito la riduzione dell'1 del fenomeno. Le perdite economiche, però, sono cresciute in un anno di 7 milioni di euro, passando da 513 a 520. Questo perchè il mercato italiano, secondo quanto confermato dai dati Netconsulting, non si è contartto, ma è cresciuto dell'8, pari a circa 4,5 volte quello mondiale e 1,5 volte quello europeo.

Il primato della periferia nell'Europa occidentale spetta alla Grecia, dove i prodotti contraffatti sono il 64% di quelli in circolazione. Segue la Spagna, con il 49%, la Francia con il 46%, l'Italia con il 45% e il Portogallo col 43%, l'Irlanda col 42%, i Paesi Bassi col 39%, la Germania col 34%, Svizzera, Austria e Belgio-Lussemburgo col 33%, la Svezia col 31%, la Finlandia con 27%, la Danimarca col 26%. Medaglia di merito va alla gran Bretagna, dove il tasso di pirateria è del 25%.

Notizia pubblicata in data : 07 Marzo 2003


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