Allarme spamming: compagnie in crisi


Il 50% del traffico e-mail è spazzatura.
Il fenomeno spamming non accenna a diminuire e milioni di e-mail indesiderate continuano ad invadere ogni giorno le caselle di posta elettronica di tutto il mondo.



Se all'inizio i messaggi sgraditi erano visti dall'utenza più come un fastidio, oggi i suoi numeri spaventano e mettono addirittura in dubbio il futuro dell'E-mail. Negli Usa, infatti, lo spamming (letteralmente "e-mail spazzatura") occupa il 50% circa del traffico e-mail totale e rappresenta una vera e propria minaccia per l'utilità dello strumento che ha riscosso il maggior successo nell'era dei personal computer: l'e-mail.

Le dimensioni e l'esplosione del fenomeno (nel 2001 fermo all'8% del traffico totale e-mail) hanno intanto attivato sforzi tecnici e legali per cercare di regolamentarne l'uso e nel frattempo sul piano degli interessi si è aperta una lotta feroce tra Spammers, provider, amministratori di Network e vigilanti, impegnati nella lotta con tutti i mezzi disponibili. Gli spammers, ovvero gli autori dei sistemi di invio intrusivi, stanno diventando una vera e propria setta di adepti con competenze e tecnologie sempre più sofisticate in grado di renderli irrintracciabili.

Per quanto riguarda i contenuti delle "e-mail spazzatura" va segnalato che nella maggior parte dei casi riguardano contenuti pornografici, truffe e virus. Il degrado della Rete, il relativo abbandono dell'utenza e la necessaria ricerca per combattere lo Spam, secondo una ricerca americana, solo quest'anno costerebbero alle compagnie interessate 10 miliardi di dollari.
Per un'azienda con 14 mila dipendenti il costo stimato per combattere lo spamming si aggira intorno ai 245 mila dollari l'anno, e, al momento, non si intravedono soluzioni drastiche ed immediate.

Notizia pubblicata in data : 13 Marzo 2003


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