Iraq, il Web corre in aiuto: posta dal fronte via e-mail


"Cara mamma, ho solo due secondi per dirti che ti amo". Le e-mail fra le truppe ed i loro familiari stanno diventando un'arma indispensabile per sopportare la guerra.


Da cinque giorni le sirene non tacciono più di un paio d'ore, le tv hanno portato nelle case americane cruente scene di bombardamenti e Birdie, la soldatessa Parker specializzata in topografia al fronte nella guerra contro Saddam, ha acceso il suo computer dalla base in Kuwait ed ha scritto velocemente una e-mail a sua madre per tranquillizzarla. "Ti amo mamma. Sto bene" scrive Birdie. E la sua casa di Fayetteville le sembra meno lontana.

Perchè in questa guerra tutta giocata sulla tecnologia, anche il dolore, l'ansia e la paura di familiari e soldati al fronte, sottolinea il New York Times, trovano pace con il Web. E le e-mail fra le truppe ed i loro familiari a casa stanno diventando un'arma indispensabile per sopportare la guerra.

"Ho iniziato a piangere" dice al quotidiano americano la signora Feltz, la mamma di Birdie, descrivendo la sua emozione per la notizia portata in tempo reale dalla rete che sua figlia è viva.
Se durante le precedenti guerre, sottolinea ancora il New York Times, la posta era l'unico modo per familiari e soldati per comunicare, nella guerra del Vietnam fu il telefono ad accorciare le distanze. Ma usare la linea telefonica non era e non è facile durante un conflitto, così gia dalla prima guerra del Golfo le truppe Usa hanno scoperto che chattare è non solo molto più rapido, ma anche più conveniente ed economico.

"Mia madre legge le mie e-mail ai miei bambini di otto mesi e di tre anni e poi mi scrive velocemente tutto quello che loro mi vogliono dire" aggiunge Birdie dalla sua base di Kuwait City.

Notizia pubblicata in data : 24 Marzo 2003


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