Informatica: l'Italia sfrutta male le tecnologie


Secondo una ricerca dell'Harvad University, ai primi posti i paesi del Nord Europe mentre l'Italia informatica deve ancora farne di strada: non solo resta dietro le grandi potenze mondiali, ma rincorre anche Paesi tecnologicamente più arretrati; è 25ma nel mondo.


Per fare un esempio basta dire che l'Estonia ha una capacità di sfruttare le nuove tecnologie più elevata di quella dell'Italia. A stabilirlo è una ricerca della Harvard University che pone il nostro Paese al 25/mo posto del "Networked readiness index", un indice composito che aggraga un insieme di voci realizzato a marzo del 2002. Aguidare la classifica generale, secondo la ricerca, sono gli Stati Uniti con un indice pari al 6,05, seguiti dall'Islanda con 6,03 e dalla Finlandia con 5,91. L'Italia è preceduta dalle tre del podio, da dieci Paesi europei, cinque asiatici, Canada, Nuova Zelanda e Australia. Peggio di noi, tra i Paesi Ue, Spagna, Portogallo e Grecia.

L'indice si compone di molte voci diverse, che vanno dall'uso di Internet alle infrastrutture generali. L'uso della rete, indicatore che comprende le percentuale di persone che navigano in internet, quella dei pc connessi alla rete, quella di coloro che possiedono un cellulare, gli utenti internet per ogni hosto e la disponibilità di accessi pubblici al web, vede l'Italia in posizione leggermente migliore, vale a dire al 19/mo posto. In questo settore ilterzetto di testa è sempre lo stesso, anche se a posizioni invertite, con Islanda, Usa e Finlandia.

Se l'Italia non occupa posizioni di testa nel presente, difficilmente lo farà anche in futuro, dice l'università di Harvard. L'indicatore "enabling factors", che riflette le precondizioni per un uso di alta qualità della rete e il suo potenziale sviluppo, vede l'Italia solo al 26/mo posto, superata anche qui dall'Estonia, ma anche dalla Spagna. Questo indicatore è il frutto di molte sotto-voci, che vedono l'Italia sempre in posizioni inferiori alla ventesima. la voce "infrastrutture informatiche", per esempio, ci vede al 21/mo posto, quella "hardware, software e supporto" alla 24/ma, quella "politiche per l'Ict" al 26/mo.

Particolarmente grave è la situazione per quanto riguarda l'apprendimento in rete (41/mo posto). La fotografia scattata dalla ricerca a livello mondiale, in ogni caso, mostra ancora una volta l'impressionante digital divide che separa il Nord ricco dal Sud povero del mondo. Le ultime 25 posizioni della classifica (chiusa dalla Nigeria con un indice 2,10), vedono infatti la presenza di dieci Paesi del Sudamerica, sette dell'Asia, quattro dell'est Europa, tre dell'Africa sub-sahariana e l'Egitto. Tra le curiosità che emergono dalla ricerca, spicca il primo posto di Singapore alla voce e-government.

Notizia pubblicata in data : 07 Aprile 2003


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