Gli SMS inviati dalla Presidenza del Consiglio lo scorso giugno per ricordare agli italiani le modalità di voto sono legali.![]() Lo ha stabilito il Garante per la protezione dei dati personali, Stefano Rodotà, chiarendo però in una nota che gli "SMS istituzionali vanno inviati solo in casi eccezionali" e non devono diventare "una pratica di uso corrente". Il ministro dell'Interno aveva obbligato i gestori di telefonia mobile ad inviare, in deroga alle norme sulla privacy, a tutti gli abbonati e titolari di carte ricaricabili un SMS. Dopo le polemiche, il ministero aveva motivato il decreto con l'urgenza e l'emergenza dovuta alla novità del calendario previsto per le votazioni, all'insufficiente conoscenza tra i cittadini di tali novità, ai rischi di affollamento ai seggi, al timore di situazioni di criticità come quelle determinatesi in occasione delle passate elezioni politiche, alle proteste registratesi in occasione della riduzione delle sezioni elettorali, alla consistente riduzione del contingente militare a presidio dei seggi, ai disagi e turbamenti sotto il profilo dell'ordine pubblico, oltre che ai rischi e impedimenti all'esercizio stesso del diritto di voto. Giudicando oggettivamente eccezionali tali circostanze, il ministero aveva deciso per l'invio del messaggino. In una nota, il Garante ribadisce, come criterio generale, che "le situazioni, poste a fondamento del provvedimento d'urgenza, debbano presentare effettivamente carattere di eccezionalità e di emergenza" e sottolinea l'esigenza di "evitare un'utilizzazione estensiva ed impropria del riferimento all'emergenza", senza però chiarire se le giustificazioni addotte dal ministero dell'Interno siano sufficienti. La decisione del Garante risponde punto per punto punto alle polemiche che l'opposizione al Governo e le associazioni di consumatori avevano sollevato nelle ore successive all'invio del messaggio. I messaggi sono stati inviati agli utenti direttamente dai gestori, non vi è stata quindi alcuna comunicazione dei numeri dei cellulari alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Per quanto riguarda l'accusa di aver trattato dati di minori, poiché le schede prepagate e gli abbonamenti ad utenze di telefonia cellulare sono intestate, di regola, a soggetti di maggiore età, l'invio dei messaggi non ha comportato l'uso di dati di minori. L'orario degli invii, con utenti che hanno ricevuto il messaggio di notte, secondo il Garante è avvenuto solo nelle ore diurne o comunque nella tarda serata. Nella decisione il Garante ha comunque richiamato anche al rispetto da parte dei gestori di determinate cautele nell'invio degli SMS (evitando le ore notturne) e la necessità di fornire adeguate informazioni generali agli utenti su tali invii di emergenza. Su quest'ultimo punto, l'Autorità si è riservata di accertare che gli operatori rendano conformi alle norme sulla privacy le informative ai clienti. Il Garante ha, infine, precisato che il controllo sui costi dell'operazione è materia demandata alla Corte dei conti: le associazioni di consumatori avevano chiesto di sapere quanto fosse costata l’operazione, ma come detto non hanno avuto soddisfazione del Garante. L'unica questione che rimane aperta è il motivo per cui il messaggio sia stato firmato dalla Presidenza del Consiglio e non dal ministro dell'Interno. Il ministero ha giustificato la scelta richiamandosi all'art. 3 della legge n. 150/2000, in materia di comunicazione istituzionale, in base alla quale "risale alla competenza della stessa Presidenza, che dispone anche delle relative risorse finanziarie, la diffusione di messaggi di utilità sociale e di pubblico interesse". Il Garante però osserva che "nella specifica materia considerata non può assumere rilevanza la norma richiamata, la quale riguarda situazioni diversamente caratterizzate (trasmissione di messaggi da parte della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo". Rodotà e il suo staff non ha però agiunto altro. Fonte: www.portal.it Notizia pubblicata in data : 14 Luglio 2004 |