Addio floppy, compagno di 1000 battaglie


I grandi distributori cessano di ordinare nuovi pezzi. Un altro pezzo di storia dell'informatica se ne va.


Forse i più giovani non capiranno nemmeno di cosa stiamo parlando, ma una lieve malinconia serpeggerà nei più anziani tra di noi, pensando che la data del 29 gennaio 2007 sarà ricordata come quella della fine del floppy disk, dopo 36 anni di onorato servizio.

PC World, la catena di distribuzione informatica leader nel Regno Unito, ha annunciato che continuerà a vendere i dischetti solo fino a quando le scorte non si esauriranno. Ci si attende che, chi non l'ha già fatto, imiterà presto i rivali britannici.

Più di Bill Gates e del suo Windows, il cosetto di plastica ha rivoluzionato l'informatica, rendendola accessibile a tutti, diventando un oggetto di tutti i giorni, tra i più comuni alla fine del secolo scorso.

Nato nel 1971 dagli ingegneri IBM per sostituire le schede perforate, misurava anticamente 8 pollici, circa 20 centimetri. Poi si è via via ristretto in dimensioni, ed espanso in capacità, fino ad arrivare agli attuali 3,5 pollici per 1,4 MB (un'enormità, alla sua apparizione).

Visto da qui sembra un oggetto opzionale per scambiare dati o per piccoli backup, ma al momento della sua comparsa era lo strumento per far girare sistemi operativi, programmi, dati: l'hard disk non esisteva, o aveva prezzi proibitivi.

Nel solo 1998, anno record, ne sono stati venduti più di due miliardi. Oggi, la cifra si aggira sui 700 milioni, ma è in caduta libera.

Apple è il marchio più legato alla storia del floppy: fu il primo produttore hardware a inserire il driver da 3,5 pollici (1984), il primo a lanciare quello ad alta capacità (1988), ma anche il primo ad abbandonarlo, senza ripensamenti, nel 1998.

La letteratura e il cinema sono sempre rimasti affascinati dal dischetto magnetico: i segreti in esso custoditi, in ogni tecno-spy-story che si rispetti, potevano valere il sacrificio di diverse vite umane.

Nonostante questo, e nonostante abbiano riempito le nostre case e i nostri cassetti, non sono riusciti a diventare oggetti di culto come hanno fatto i dischi in vinile, i compact-disc, e per certi versi anche le videocassette VHS. Scartati dai nostri PC, hanno preso la strada delle umide cantine, accanto alle musicassette e agli stereo8 di Fausto Papetti.

Secondo alcuni, sentiremo la loro mancanza. Secondo altri, sono durati anche troppo, pesantemente limitati com'erano in capacità e velocità. Molti li ricordano per lo più come vettori di virus. Di sicuro, il confronto con le nuove memorie è, per molti aspetti, avvilente.

Troppo numerosi, economici e funzionali sono i concorrenti del buon vecchio floppy, per presumere che potesse durare a lungo negli scaffali dei negozi di informatica.

La scelta è grande: dalle comuni penne USB, agli hard disk portatili, alle schede SD e simili, con relativo lettore multiformato. Grazie alla banda larga, i più geek utilizzano le caselle email gratuite con spazi enormi, come i due giga di Gmail, per archiviare dati.

I nostalgici si rassegnino: vedremo dischetti e drive solo nei musei e nei mercatini archeo-informatici. È il progresso, bellezza.

Fonte: www.zeusnews.it

Notizia pubblicata in data : 01 Febbraio 2007


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