La stampante ad acqua, economica ed ecologica
Sviluppata in Cina, fa a meno dell'inchiostro e permette di riciclare i fogli stampati.
A molti sarà capitato di ricevere un'email recante, in firma, un avvertimento che invita a pensare bene prima di stampare il testo, considerandone l'effettiva necessità e il danno per l'ambiente che l'operazione potrebbe cagionare. In effetti, spesso si stampano testi che avranno vita molto breve: secondo il professore di chimica Sean Xia-An Zhang, della Jilin University, in Cina, le statistiche indicano che il 40% delle stampe da ufficio finiscono nel cestino subito dopo una prima lettura. L'opinione del professor Zhang è importante: è stato lui, infatti, insieme al suo team, a trovare una soluzione al problema, inventando una stampante che al posto dell'inchiostro usa l'acqua. Il segreto, va da sé, non sta tanto nell'acqua (anche se può essere interessante dire agli amici di possedere una stampante water-jet, anziché una banale ink-jet) quanto nella carta: essa contiene infatti ossazolidina usata come pigmento. Se bagnata, l'ossazolidina acquista immediatamente (durante i test c'è voluto meno di un secondo) una colorazione che può essere blu, magenta, oro o porpora (i colori non sono combinabili: si può stampare in uno solo alla volta). Il lato più interessante - ed ecologico - è che il colore svanisce in 22 ore (la velocità è maggiore se la temperatura è superiore ai 35 gradi centigradi), restituendo una pagina completamente bianca e perfettamente riciclabile. È stato semplice, a questo punto, per il team cinese realizzare una stampante che spruzza acqua sul foglio, ottenendo stampe pressoché perfette ma che durano poco meno di un giorno: un tempo più che sufficiente affinché quel famoso 40% svolga il proprio lavoro. Il professor Zhang sostiene che la sua carta è atossica, ma ulteriori studi sono in corso per confermare l'affermazione; inoltre il team ora sta lavorando per aumentare la durata della stampa e la risoluzione. Oltre che ecologica, la soluzione cinese è anche economica: «Basandoci su 50 riscritture, il costo finale è circa l'1% rispetto alle stampanti a getto d'inchiostro» ha spiegato il professore. LInk all'articolo originale: http://www.zeusnews.it/n.php?c=20451 Notizia pubblicata in data : 30 Gennaio 2014 |